31 luglio 1916, l’ultima missione di Nazario Sauro

Fonte: https://www.anvgd.it/31-luglio-1916-lultima-missione-di-nazario-sauro/

di Lorenzo Salimbeni

Nato a Capodistria il 20 settembre 1880 (nel decennale della Breccia di Porta Pia) allorché la Venezia Giulia faceva ancora parte dell’Impero austro-ungarico, Nazario Sauro è uno dei simboli dell’irredentismo istriano. Esfiltrato in Italia già nel momento in cui l’Impero asburgico dichiarò guerra alla Serbia nell’estate 1914, il marinaio Sauro mise a disposizione della Regia Marina la sua ampia conoscenza del litorale adriatico orientale, delle sue correnti e delle sue tante insenature, auspicando che presto il Regno d’Italia uscisse dalla Triplice Alleanza e dichiarasse guerra all’Austria per completare il percorso di riunificazione nazionale.

Dopo il 24 maggio 1915, Sauro fu arruolato come Tenente di Vascello e, operando con il nome di Eugenio Sambo (qualora fatto prigioniero e riconosciuto, rischiava il capestro in quanto disertore), partecipò  a oltre sessanta missioni, pilotando sommergibili, Mas e altro naviglio leggero nelle insenature del litorale giuliano, realizzando in particolare un raid nel Golfo di Trieste ed un’azione nel porticciolo di Parenzo in Istria, ove distrusse a cannonate gli hangar che ospitavano gli idrovolanti che periodicamente bombardavano Venezia.

Fatale si sarebbe rivelata la missione a bordo del sottomarino Giacinto Pullino, che nella notte tra il 30 ed il 31 luglio 1916, nel tentativo di entrare nel Carnaro per silurare dei trasporti in rada a Fiume, si incagliò nei pressi del faro dello scoglio della Galiola. Temendo di essere fatto prigioniero dagli austriaci, abbandonò i suoi compagni di sventura e cercò di rientrare verso le acque italiane a bordo di un canotto. Venne ugualmente catturato e processato: alcuni suoi concittadini in servizio militare, ex colleghi e perfino il cognato lo riconobbero. A nulla servì lo sforzo sovrumano che compì la madre, interpellata dal tribunale militare riunitosi a Pola, per non rivelare l’identità del proprio congiunto. Il boia Joseph Lang, che aveva impiccato Cesare Battisti e Fabio Filzi a Trento il precedente 12 luglio, fu fatto giungere da Vienna ancor prima che fosse pronunciata la sentenza ed il 10 agosto impiccò Nazario Sauro.

Ben presto Sauro divenne un’icona dell’irredentismo e dello sforzo bellico italiano, tanto che nella popolarissima Canzone del Piave già echeggia la sua figura assieme a quelle di Guglielmo Oberdan (protomartire irredentista) e del trentino Battisti.

Il Comitato Onoranze a Nazario Sauro, del quale fa parte il Comitato provinciale di Trieste dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che l’anno scorso ha pubblicato un fumetto su Nazario Sauro a finalità didattiche, organizza ogni anno la cerimonia che commemora l’anniversario della morte dell’irredentista capodistriano. La cerimonia si svolge presso il monumento al “figlio dell’Istria, eroe d’Italia” sulle Rive di Trieste eretto nel cinquantennale di quel tragico 10 agosto 1916. Martedì primo agosto il Comitato si riunirà nella sede di via Milano 22 per definire il programma della commemorazione 2023.

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